06/06/11

Componente Spesa Pubblica: che cos'è il deficit? Che cos'è il debito pubblico? Problema della gestione del debito


Da cosa dipende la spesa pubblica? Dagli Investimenti Pubblici che i privati non farebbero mai
in quanto hanno rendimento molto basso.

Non dipendono da tasso di interesse? Se Investimenti pubblici G sono finanziati attraverso tasse T
non ci sarebbero problemi.
G= uscita
T= entrate
Le entrate pagano uscite (tassazione copre parte della spesa)
Il problema è che lo Stato normalmente è in deficit di bilancio, ossia:

Entrate (tasse...) - Uscite (tutte) = <0

Negli stati moderni questa è la situazione tipica di bilancio.

Come si fa a coprire questo deficit?

In passato lo si copriva tramite emissione moneta (stampaggio moneta), cosa non più possibile in stati moderni (vietato! Ad esempio da tratt. Maastricht), oppure con altre tasse.

Come si copre? → Emissione titoli comprati da qualcuno (famiglie...): emessi da parte del tesoro.

I titoli finanziano il deficit, il quale è definito come una grandezza flusso.

Cosa succede quando uno stato è costantemente in deficit di bilancio?

Lo Stato continua a emettere titoli! Lo stock del debito è l’accumulo di tutti i deficit finanziati in titoli da parte dei periodi precedente. Se si accumula deficit, ogni anno si emettono titoli. Se si continua a emettere titoli, si ha lo stock dei titoli che rappresenta debito.
Il Debito è quindi lo stock di tutti i titoli emessi ancora presenti che hanno finanziato i deficit precedenti.
Sul debito bisogna sostituire i titoli vecchi in scadenza, pagare gli interessi e quindi emettere titoli per pagare tasso di interesse.


IL PROBLEMA DELLA GESTIONE DEL DEBITO

La problematica principale è il tasso di interesse Emissione titoli a tasso di interesse più alto -in Italia- rispetto ad altri paesi. Per la gestione debito, indirettamente G (spesa pubblica) dipende dal tasso di interesse (per colpa della sensibilità del debito pubblico, specialmente per paesi che ce l'hanno molto alto).


Struttura delle famiglie: il consumo, la ricchezza finanziaria e l'influenza del tasso di interesse sui consumi


Consumo: C= c(Ym -…)

Ym = Reddito: dipende dall’andamento salario monetario wm e dall’occupazione L (numero lavoratori occupati)
In caso di tassazione molto elevata vi è un rischio di consumo su mercato nero (in italia almeno il 30%).
Vi è diifficoltà a calcolare anche il legame con le tasse, se troppo particolareggiate (ad esempio in Italia).

Le grandezze in gioco sono quindi:

C= c(Y – T)

Se il reddito cala, c'è da aspettarsi che i consumi diminuiscano.
Se tasse aumentano, diminuisce il reddito netto..
Il consumo dipende anche dalla propensione generale al consumo (percentuale del risparmio che si
consuma)
Diversità tra paesi: circa c=80%
c=100%, 102% indebitamento → al consumo!

GRANDEZZE IN GIOCO

PIL:

• Reddito Ym: flusso (periodo)
• Reddito reale Q: prodotto fisico
• Ricchezza stock (misurata in momento preciso)

RICCHEZZA FINANZIARIA:

• Titoli azioni: quote di proprietà (di capitale di rischio) = Naz x Paz
• Obbligazioni: quote di debito emesso da qualche ente = Nobblig x Pobblig
• Fondi pensione (in italia poco importante ma in USA invece molto più imponente) = Pfp
• Immobili (dipende da numero case per prezzo) Ncase x Pcase

Importante è precisare che l’ultimo punto, per l’effetto della crisi, il valore case è sceso molto.
In USA è molto importante in quanto il meccanismo di consumo è spinto molto dal settore immobiliare attraverso anche i mutui sub-prime (si fornisce credito anche a meno ricchi e a chi non da molte garanzie di pagamento).

La ricchezza finanziaria è poco importante nel caso italiano: salvo i molto ricchi (sempre considerare quelli visibili cioè quelli che pagano le tasse!) le famiglie non detengono azioni, non hanno fondi pensione...
Si considera importante invece la parte obbligazionaria (detentori debito italiano ad esempio).
In Italia molte famiglie hanno casa, ma la detengono! Non la vendono, la cedono in eredità!



QUANDO E’ RILEVANTE IL TASSO DI INTERESSE SUI CONSUMI?

C(…… im)

Quando C>Ym si ricorre all’indebitamento al consumo: attraverso il credito al consumo se si muove tasso di interesse. C'è da aspettarsi che tasso di interesse che viene pagato su credito aumenti

Struttura famiglie italiane:

• famiglie risparmiatrici
• famiglie indebitate molto (soprattutto ai consumi) che rischiano di essere colpite molto dalla variazione dei tassi di interesse monetari (se salgono creano problemi), oltre al rischio di sforamento della carta di credito
La situazione di fascia di indebitamento è fragile e molto sensibile al movimento del tasso di interesse, oltre ad essere grave e preoccupante.

La dipendenza degli investimenti dal tasso di interesse monetario


Il mercato della moneta determina im, mentre i prezzi determinano ir ex post come abbiamo visto.
Perché livello del tasso di interesse monetario è importante nelle decisioni di investimento?
Confronto tra im (tasso di interesse ) ed e (efficienza marginale) rendimento atteso investimenti
(oppure ir ed e).

Quando le decisioni dipendono da tasso di interesse, si valuta il rendimento dell’investimento:




Il tasso di interesse taglia tutte le decisioni di investimento che hanno un rendimento atteso inferiore al valore che li rende profittevoli. Più il tasso di interesse aumenta e meno saranno gli investimenti con un rendimento superiore ad esso, quindi non verranno sostenuti.




05/06/11

L'incertezza degli investimenti in Keynes e nei classici


Abbiamo visto come la decisione di investimento dipende da domanda futura (se sarà in grado di assorbire la maggiore produzione).
C'è da prevedere però quali profitti da vendita di beni che possiamo produrre, ovvero la previsione su andamento consumi futuri e prezzi.
Prevedere :
Q
P
Se prezzi saranno calanti, i profitti futuri derivati dalla vendita magliette secondo la decisione di investimento saranno minori se non anche negativi.
Bisogna prevedere dunque quantità consumate e i prezzi a cui si venderanno i beni.

INCERTEZZA

Un punto importante relativamente al futuro è l’incertezza. Le aspettative determinano decisioni oggi e le decisioni di investimento solo determinate da profitti attesi futuri.
I Profitti passati in schema keynesiano sono negati. Sono solo le attese sul futuro che determinano le decisioni.

Schema keynesiano:

• Incertezza
• Futuro ignoto
• differenza tra futuro immediato e futuro remoto
• Incalcolabilità del futuro (non scontato attraverso probabilità): rischio non calcolabile tramite probabilità
• Futuro incerto determina il presente (“entra” nel presente)


Macroeconomia reale:

• Ipotesi di certezza
• Futuro noto o calcolabile (con teoria delle probabilità)
• Futuro “scontabile” con -rischio- calcolabile (ad esempio matematica finanziaria)
• Passato determina il futuro
• Futuro dipende da comportamento passato →(si comporterà a seconda di come si comportava nel passato)

Il mercato dei beni di Keynes: nozione di sottoutilizzo della capacità produttiva

La capacità produttiva K è il Qmassimo di breve periodo associata alla produzione. Non è rappresentabile.
Prendendo l’esempio fatto prima, supponiamo che dopo l’investimento (+2 telai), con i telai (K= 5+2) nuovi arriviamo a produrre 20000 magliette, che corrispondono alla DE attesa al periodo 2 (C + exp).

La DE2 però si rivela essere solo di 3000 unità però la capacità produttiva è cambiata, c'è potenzialità ma domanda effettiva è di sole 3000 magliette, quindi la capacità produttiva non utilizzata → Capacità produttiva non è detto che sia tutta utilizzata!

|-------------|
K = max 100%
capacità produttiva

Ipotesi di utilizzo al 100%: si possono produrre al massimo 10000 magliette
10000 = Qmax di breve periodo se si utilizzasse tutta la capacità produttiva disponibile nel breve
periodo ma se la domanda è di 10000 magliette.
Solo ciò che viene domandato viene effettivamente prodotto (DE → Q), ad esempio: DE = C = 5000.
Il grado di utilizzo della capacità esistente nel breve periodo di keynes mostra quanta capacità produttiva si deve utilizzare → c'è dunque uno spreco di capacità produttiva (capacità produttiva c'è ma non viene utilizzata completamente).

Qmax= collo di bottiglia (ossia quantità massima producibile)

Il sottoutilizzo della capacità produttiva si ha quando la curva di domanda DE taglia prima la curva AS.



La curva di domanda ci da il grado della capacità produttiva (ad esempio 50%, 60%, ma MAI il 100%, questo ovviamente secondo Keynes).

Il mercato dei beni di Keynes: domanda effettiva, investimenti, domanda attesa futura, breve periodo keynesiano


MERCATO DEI BENI KEYNESIANO

Domanda effettiva:
DE = C + I + G + (exp – imp)

In cui:
C+I = sfera privata
G = sfera pubblica
Exp – imp = componente estera di domanda

DI = Domanda interna = C + I + G
C = consumo
I = investimenti privati di imprese private
G = spesa stato e enti locali della PA
Ip investimenti pubblici
Cp consumi pubblici

INVESTIMENTI E DOMANDA ATTESA FUTURA

DE = C + I

oggi domani dopodomani

|---------------|---------------|----------------|- - - - - - - - - - - -


Oggi: domanda di beni di investimento
DEoggi = C + I

Dopodomani: produzione di beni di consumo con i beni di investimento
DE (domanda attesa) = C + I...

Le decisioni di investimento da parte delle imprese dipendono dalla domanda futura ossia dalla “domanda attesa futura”. Nelle decisioni di investimento di oggi entra il futuro sottoforma di domanda attesa.

Domanda effettiva futura sarà DE = con componenti già analizzate

La Domanda effettiva Keynesiana per la componente investimenti dipende dalla domanda futura (domanda dipende dalla domanda).
Le Decisioni di investimento dipendono da consumi futuri.

DE = C + I + … Domanda effettiva oggi
(Attenzione che gli Investimenti NON sono acquisti di titoli!)

In macroeconomia investitori sono solo le imprese:

I: domanda di investimenti privati da parte delle imprese (telai, macchinari). Investimenti legati a capitale fisico delle imprese.

Da cosa dipendono gli investimenti privati nella domanda effettiva?(ossia decisioni di investimento)
Essi dipendono da:

• domanda attesa futura
• profitti attesi futuri
• profittabilità su domanda (rendimento futuro sugli investimenti)
• tasso di interesse monetario
• tasso di interesse reale ex-post

DOMANDA ATTESA FUTURA

Decisioni di investimento:

periodo oggi
|------------| - - - - - - - - - - | - - - - - - - - - - |

DE = C + I

Sono un ordine che viene richiesto, deve quindi passare un periodo di produzione per il bene di investimento.

domani

- - - - - - - - |---------------|----------------|

periodo di produzione dei beni di investimento

Il settore che ha bisogno mette l’ordine e l'altro settore lo produce

dopodomani

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -|--------------|

investimenti sono disponibili


Il bene di investimento sotto ordine entra subito nella domanda effettiva.
I beni di investimento richiedono più periodi in analisi temporale.

I beni sono disponibili (considerati a questo punto)

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - – - - - - - - - - - |-------
beni prodotti con beni di investimento DE = C + I

Potrebbero entrare in dotazione di capitale del breve periodo
Il compimento avverrà solo in periodo futuro

I
K capitale fisso d'impresa
in schema teorico divisione temporale a periodi

0 1 2 3

--------|---------|---------|---------|---------

K




BREVE PERIODO DI KEYNES

Nel breve periodo il capitale fisso K è dato (all'inizio del periodo).

Ad esempio poniamo K = 5 telai

All'interno del breve periodo keynesiano il capitale fisso non può essere modificato!
I beni di investimento hanno un periodo di produzione più lungo del breve periodo keynesiano.
Il Capitale fisso è detto “capacità produttiva di breve periodo”.

Nella componente investimenti si vede il livello della domanda effettiva futura

0
|--------|
rappresenta soltanto cosa attesa

Ipotesi
K + I
0 2

|-----------------|- - - - - - - - - - -|----------------|


K=5 10000 magliette = Q = quantità fisica di prodotto massima che può essere prodotta all'interno del periodo 0 utilizzando tutta la capacità produttiva disponibile all'inizio di quel periodo.

DE0= C + I + …

I = altri telai vengono consegnati in un altro periodo (più avanti nel tempo) (ad esempio, periodo 2).

In periodo 2 si avrà:
• Capitale K precedente
• I frutto di decisione precedente


Nel breve periodo due quindi la capacità produttiva sarà di 5 telai + 2 telai nuovi appena consegnati.
In periodo 2 investimenti (2 telai in più) permetteranno di produrre molte più magliette.
Gli investimenti allargano capacità produttiva (capital widening): introducono innovazione tecnica.

0 2

|---------------|- - - - - - - - - - -|----------------|

K=5 I=2 K + Io = 5+2


Legame tra periodi decisioni passate mutano capacità produttiva futura.
Esistono decisioni di investimento molto lunghe che entrano nella capacità produttiva futura dopo
molti periodi. Ne consegue che la capacità produttiva presente dipende dal passato.

Nelle decisioni di investimento di oggi c'è la previsione del C futuro sui beni che posso produrre usando l’investimento.
Se non ci sono investimenti, vuol dire che attese su domanda futura sono pessimiste: si ipotizza che domanda futura sia uguale o inferiore.
Nelle decisioni di investimento di oggi entra il futuro relativo alla domanda nel periodo 2
Le previsioni sono anche relative alla domanda estera.
La domanda attesa quindi comprende anche altre componenti della domanda attesa.

La Teoria Quantitativa della Moneta o Monetarismo



E’ la teoria dei classici.

• La moneta è usata solo come mezzo di pagamento (motivo 1 e 2 Keynes).
• La moneta è una merce fisica (ha valore intrinseco)
• Viene usata a scopo transattivo e precauzionale. Idea fondamentale: moneta è un velo che si può mettere o togliere a piacimento
• Moneta come un velo (mezzo di pagamento) che copre valori reali ma di fatto questo mezzo può essere tolto senza difficoltà.

La domanda di moneta è funzione del reddito o della transazione (numero scambi): se abbiamo aumenti del reddito, serve più moneta transattiva (aumento reddito → aumento transazioni).

Reddito Y = P x Q oppure P x T (transazione)

Secondo Keynes la moneta serve anche per questi scopi, ma svolge anche il ruolo di riserva di valore.

TEORIA MONETARISMO

Idea fondamentale teoria classica: quantità di moneta dipende dal reddito e dal numero transazioni.

M x V = P x Q

Dove:

M: quantità di moneta in circolazione
V: velocità di circolazione = n° volte in cui la moneta permette scambi (piccole quantità di moneta con V alta permettono un numero di scambi pari ad una M alta con V bassa)
P: livello generale dei prezzi
Q: reddito reale

Il valore della moneta dipende dalla Quantità (Teoria della Scarsità: più quantità c’è, meno sarà il valore).
Quando P aumenta (inflazione) c’è troppa quantità di moneta in circolazione.
La moneta ha una relazione diretta riflessa tutta e solo sui prezzi: M → P; 2M → 2P.
In Keynes questa spiegazione non è accettata.

Ipotesi Teoriche:

1. Teoria di Lungo Periodo (non vale nel breve periodo keynesiano)
2. Piena occupazione delle risorse nei mercati reali (che sono in equilibrio e sono capaci di determinarsi)

M x V = P x Q*

Idea è che la variabile Q (quantità di lavoro/capitale) → prodotto fisico di lungo periodo.
La velocità di circolazione della moneta V è costante, cioè è una variabile che non è modificabile. La velocità è fondamentale teoricamente ma non si muove nel ciclo economico (meccanismo del sistema dei pagamenti). Questo concetto è attaccato da Keynes.

LA DOMANDA DI MONETA

La domanda di moneta transattiva è determinata dalle famiglie e dipende dal reddito L1 (Y) oppure L1( PxQ), dove:

P: livello generale dei prezzi
Q: quantità generale prodotti sul mercato. Q non è costante ma è Q*: è determinata realmente, sui mercati reali.

La domanda totale di moneta potrebbe essere la somma tra teoria classica e Keynes L1 + L2.

Gli effetti della moneta: la teoria monetaria keynesiana


GLI EFFETTI DELLA MONETA

La moneta può essere neutrale (non ha effetti reali) come sostengono i classici oppure può essere non neutrale (ha effetti reali) come invece sostiene Keynes.

I mercati della moneta a seconda della teoria funzionano in modi diversi.

TEORIA MONETARIA DI KEYNES

Dal punto di vista teorico: è possibile togliere il “velo monetario” della politica monetaria dai
mercati reali?
Idea di Keynes: moneta non separabile dal comportamento degli altri mercati → ciò che accade in mercati finanziari: altri mercati ne pagano le conseguenze.

Motivi della domanda di moneta:

1. Scopo transattivo: mi serve moneta come mezzo di pagamento. Favorisce gli scambi: C, C' = commodities diverse; M = money: C <–> M <-> C'. Il ruolo della moneta è del tutto neutrale.
2. A scopo precauzionale: scopo molto vicino a quello transattivo. Si tiene moneta perché in caso di eventi futuri per favorire scopo transattivo (per fronteggiare scambi imprevisti). Analogia con scorte di merci/materie prime
3. Come riserva di valore: la moneta è una merce liquida. Viene domandata per la sua liquidità (per questo motivo non è neutrale). Non viene domandata per il tasso di interesse. Per Keynes la moneta è sterile. (In nozione di moneta keynesiano non ha rendimento eppure viene tenuta e domandata a causa della sua liquidità, motivo per cui viene tenuta moneta come riserva di valore).

La domanda di moneta è instabile ed è determinata dagli speculatori.
La velocità di circolazione dipende dal tasso di interesse monetario.

DOMANDA DI MONETA COME RISERVA DI VALORE

• Se ha valore intrinseco
• Se non ha valore intrinseco (cartacea, non legata all’oro) e se per di più sulla moneta non viene pagato il tasso di interesse.

Che senso ha domandare moneta se è sterile?

La moneta (domanda di moneta) serve a:

1. Sospensione della decisione (serve temporaneamente a non decidere)
2. Futuro incerto: nozione di “Incertezza di Keynes”
3. Aspettative di a) domanda aggregata di beni futuri; b) tasso di interesse futuro. Se mutassero, la moneta fungerebbe da paracolpi per l’incertezza.

L’economia monetaria è molto volatile proprio per l’esistenza della monta.
“La moneta è soprattutto un utile espediente per legare il presente al futuro e non possiamo nemmeno cominciare a discutere l’effetto delle aspettative mutevole sulle attività correnti se non in termini monetari” (Keynes, Teoria Generale, Pag 462).
Il futuro determina l’oggi.

PARADOSSI DI KEYNES

PARADOSSO DEL RISPARMIO

Per risparmiare bisogna consumare: se si risparmia troppo la domanda va giù e di conseguenza cala anche il risparmio.

PARADOSSO DELLA LIQUIDITA’

Paradosso di un’economia monetaria:Detenere moneta dal punto di vista individuale per affrontare l’incertezza (liquidità individuale). Questo però, dal punto di vista sociale (cioè se tutti facessero in questo modo), amplifica gli effetti dell’incertezza sulle attività economiche correnti (liquidità del sistema). Se tutti si comportassero così il sistema non sarebbe più liquido, tracollerebbe (crisi finanziaria) e si cadrebbe in un’incertezza sistemica.

Le grandezze nelle due teorie, reali e monetarie: reddito, tasso di interesse, salari


In teoria classica:
• Grandezze: reali, ex-ante
• senza moneta e se c'è, essa è neutrale

In teoria keynes
• grandezze monetarie, ex-ante
• moneta non è mai neutrale
• grandezze reali sono ex-post

(ex-ante: considerate dal punto di vista teorico).

REDDITO (si parla già in moneta)
Reddito reale: Q
Reddito monetario: P x Q
Esempio
Reddito monetario nominale Y

Y= P*Q

Casi:
• sale P, Q costante
• P costante, sale Q

se ciò accade è molto positivo perché in termini reali gli individui della popolazione ne traggono un maggiore vantaggio.

• P sale, Q scende

Se ciò accade bisogna vedere di quanto sale P e se questo compensa la minor Q.

TASSO DI INTERESSE

Il tasso di interesse può essere:

• Reale (ex post, tasso di tipo fisheriano) ir
• Nominale (ex ante: si determina anteriormente a qualsiasi altra determinazione del tasso di interesse) im

Esempio
tasso di interesse 6,50%, è reale o monetario?

Caso 1) tasso di interesse reale

ir = 6,50%
qual è il tasso di interesse monetario associato?
Cerco in mercato della moneta il valore di P
ir + P
in questo caso esiste una variabile reale, a cui si aggiunge effetto moneta neutrale: tasso di interesse monetario ex-post = 6,50 + 2,00 = 8,50

Caso 2) tasso di interesse monetario à la Keynes

im ex-ante
→ ir reale ex-post
Il tasso di interesse reale ex-post corrispondente in keynes dipende da dove vanno i prezzi, tuttavia determinati sul mercato dei beni. Mi serve quindi sia il mercato della moneta (determina tasso interesse nominale) sia il mercato dei beni (che determina prezzi) che determinerà interesse reale.

Tasso di interesse monetario e reale ex-post:

ir ex-post = im/P
= im – P
= 6,50 – P
Consideriamo ora diverse situazioni:

• ir ex post = im/P con P che salgono: questa è una situazione di inflazione. Il tasso di interesse reale ir diminuisce.
• Ir ex post = im/P con P che scendono: situazione di deflazione. Il tasso di interesse reale ir aumenta. Situazione di politica monetaria restrittiva.
• ir ex post = im/P con im che sale ma P che salgono di più: questa è una situazione di inflazione. Manovra di politica monetaria espansiva tendente a diminuire il tasso di interesse reale.
• Ir ex post = im/P con im che scende ma P che scendono di più: situazione di deflazione. Situazione di politica monetaria restrittiva tendente ad aumentare il tasso di interesse reale


SALARI

Per i salari valgono gli stessi discorsi che per i tassi di interesse.

Abbiamo un salario ex ante nominale wm ed un salario ex post reale wr (ex post perché presuppone di avere prima un nominale).

wr = wm/P. wr è chiamato anche “Potere d’acquisto salari reali”.

Prendiamo ad esempio:

1000€/prezzo paniere di beni/merci. Questo è la quantità che il salario può comprare, ovvero il potere d’acquisto reale del salario.

Nel mercato classico, come abbiamo visto, abbiamo solo wr che dipende da Pl.

Anche qui se P aumenta e il salario nominale rimane costate/aumenta ma in minor quantità, il salario reale diminuirà; se P diminuisce e il salario nominale rimane costate/diminuisce in minor quantità, il salario reale aumenterà. Come per il tasso di interesse insomma.


03/06/11

Il concetto di risparmio nel classici e in Keynes

TEORIA CLASSICA (Smith, Ricardo, monetarismo odierno)

L’offerta determina domanda (tutto ciò che è offerto viene sempre domandato)
risparmi precedono logicamente e teoricamente gli investimenti
prima si risparmia, poi si cede risparmio all'impresa come finanziamento (prestiti)
fondamento capitalistico è “non consumare” in quanto è modello con cui processo di
accumulazione e guadagno si crea

TEORIA KEYNESIANA (1936, Teoria Generale)

Si offre solo ciò che viene effettivamente domandato. Vi è una lettura nuova della teoria classica:
gli investimenti tramite domanda effettiva sono in grado di creare il risparmio; i risparmi non sono una variabile attiva, ma una variabile determinata. Il consumo invece qui è una componente della domanda(insieme a investimenti), la quale determina il reddito.
Se sale la domanda sale il reddito, ma risparmi sono funzione del reddito: più sale il reddito più risparmi sul quel reddito crescono (risparmi determinati).

Come avviene questo meccanismo nelle due teorie?

• Teoria classica: Reddito Y = C + S consumo + risparmio (parte non consumata)
• Keynes: investimenti determinano il reddito (in quanto componente della domanda effettiva, ed essa determina il reddito). Se I → Y, allora S(Y) se investimenti muovono reddito, allora risparmio è funzione del reddito quindi il risparmio è determinato. I risparmi non sono determinati da tasso di interesse reale Fisheriano in quanto dipendono dal reddito:
C → S
G → S
Exp → S
queste sono tutte variabili in grado di aumentare risparmio.



Le varie differenze fra i mercati secondo i classici e i mercato secondo Keynes

MERCATO DELLA MONETA

quali sono le variabili che vengono determinate?

Mercato moneta classico: P= livello generale dei prezzi
tasso di interesse ex-ante monetario

Mercato capitali classico:
curva di offerta dei capitali-offerta di risparmio S
curva di domanda dei capitali-domanda di fondi I
per finanziare investimenti (imprese) si determina in questo mercato tasso di interesse reale

Analisi di Fisher

idea fondamentale che determina tasso di interesse reale ex-ante
ad esempio: famiglie possono offrire risparmio se non consumano tutto reddito
idea Fisher: quando io non consumo risparmio, quindi o cedo risparmio ad altri, oppure lo sposto nel tempo nell'attesa di consumarlo domani astenendosi dal consumo.
L’idea dello spostare il consumo nel tempo è idea del tasso di interesse (remunerazione del consumo), ovvero il “premio” per la rinuncia al consumo
Il Tasso di interesse reale classico rappresenta il premio di rinuncia al consumo nella speranza che tale consumo acquisisca un tasso di interesse reale positivo detto anche tasso di interesse intertemporale.


MERCATO DEL LAVORO CLASSICO

Classico (vedi qui): offerta di lavoro da parte dei lavoratori OL
domanda di lavoro da parte delle imprese DL
variabile determinata salario reale Wr ex-ante


MERCATO DEI BENI CLASSICO

classico tutto ciò che viene offerto viene domandato (legge di Say)
in teoria classica è offerta a determinare la domanda; in questo schema tutto reddito viene domandato cioè non esistono problemi di domanda (se c'è troppa offerta, prezzo scende e domanda risale!).

MERCATO DEI BENI KEYNESIANO

keynes: in schema keynes tasso di interesse monetario influenza → mercato dei beni
Il tasso di interesse entra nel mercato dei beni perché li influenza
La diifferenza fondamentale è che la relazione causale dello schema classico è girata:
• in classico reddito/produzione determina domanda
• in keynes domanda determina reddito

tutto quello che non viene domandato non conta, solo ciò che viene domandato viene prodotto.
in keynes è determinante solo parte della domanda orientata al mercato (domanda effettiva):

domanda = spesa aggregata effettiva

Ogni parte della domanda che non si espliciti in un'effettiva spesa non viene considerata.
La domanda determina il reddito.

MERCATO DEL LAVORO KEYNESIANO

Se in keynes il mercato del lavoro dipende anche da variabili di altri mercati (ad esempio da spostamenti della domanda effettiva) allora esistono situazioni per cui la domanda effettiva determina le scelte di acquisizione del lavoro delle imprese.

Il mercato del lavoro di keynes si differenzia da mercato del lavoro classico anche per un altro aspetto: le quantità domandate e offerte del lavoro non vengono fissate in termini reali ma monetari
in questo sistema (che è monetario), perché vi è interconnessione tra mercati della moneta e altri.
Il mercato moneta infatti è dominante.
Se osserviamo crisi monetarie e finanziarie in schema keynes nei mercati L e B succederà un’altrettanta crisi (che è avvenuta).
L’idea che non si possa mettere dicotomia implica che in mercato del lavoro si contratta solamente in termini nominali (monetari):contrattazione in moneta (euro, dollari...) e non in termini di potere d'acquisto. Potere d'acquisto quindi varierà in base a prezzi ecc: otterranno salario ex-post diverso a seconda di livello dei prezzi.

MERCATO DELLA MONETA IN KEYNES

La moneta è quindi integrata in sistema reale: è impossibile separarla da altri mercati, inoltre la moneta in Keynes non è neutrale (cosa che invece vale in teoria classica). Essa ha quindi effetti reali a differenza dei classici, in cui la moneta non incide sullo scambio.

01/06/11

I mercati dal punto di vista dei classici e dal punto di vista di Keynes

I mercati principali sono 3: moneta, beni e lavoro. Questi però vengono visti in due modi diversi dai classici e da keynes.

PUNTO DI VISTA CLASSICO

I classici vedono in modo diverso il mercato della moneta, tanto da aggiungere anche un mercato dei capitali nei tre già citati.

Come si strutturano teoricamente i mercati?

Lo schema è:

Mercato Moneta
-----------------
(dicotomia)

Mercato Capitali
Mercato Beni
Mercato Lavoro

La dicotomia è teorica: la separazione è solo teorica!
Nella teoria classica il mercato della moneta è separato teoricamente da altri mercati, isolandolo da altri mercati (da settori reali dell'economia)secondo ipotesi teoriche molto forti.
La divisione teorica isola mercato della moneta separato da altri mercati (secondo ricordo la teoria classica). Ad esempio: ciò che succede dentro mercato della moneta non influenza altri mercati (beni, lavoro..), quindi la moneta non ha effetti reali.

PUNTO DI VISTA KEYNESIANO

In Keynes sono presenti i tre mercati:

Mercato della Moneta
Mercato dei Beni
Mercato del Lavoro

Il Mercato della moneta occupa un posto gerarchicamente elevato e quello che succede nel mercato della moneta keynesiano ha influenza sugli altri mercati, che stanno logicamente e teoricamente sotto questo mercato.
Essi dipendono logicamente da mercato della moneta. Vi è quindi una “Struttura gerarchica dei mercati”.
Nel mercato del lavoro di Keynes può succede qualsiasi cosa, anche se dipende dal mercato dei beni
Infatti nella di teoria keynes, la gerarchia è :

mercato della moneta → mercato dei beni → mercato del lavoro

analizzando con questa teoria bisogna analizzare cosa succede secondo ciò che dipende prima
dalla catena causale


SINTESI

In sintesi, la chiusura dei mercati è teorica in teoria classica
in keynes esiste struttura di interazione tra i mercati causale gerarchica. Esistono anche retrocausazioni (il mercato del lavoro influenza ad esempio il mercato dei beni).

Teoria Macroeconomica Reale


MERCATO MONETA (M)

MERCATO CAPITALI (C)

MERCATO BENI (B)

MERCATO LAVORO (L)



• C'è dicotomia monetaria/reale
• I mercati sono indipendenti

Teoria Keynesiana


MERCATO MONETA (M)

MERCATO BENI (B)

MERCATO LAVORO (L)



• Non c'è dicotomia
• I mercati non sono indipendenti
• L'ordine dei mercati è importante, secondo struttura causale


Analisi curva di domanda ed offerta del lavoro nella macroeconomia reale (classici):come si determina il salario e da cosa è causata la disoccupazione





wxL: salario corrente
w: salario orario/settimanale/mensile corrente
DL: domanda di lavoro da parte delle imprese
OL: offerta di lavoro da parte dei lavoratori

CHE COSA E’ IL SALARIO E COME VIENE DEFINITA LA DISUTILITA’ MARGINALE DEL LAVORO

Il salario viene definito come la disutilità marginale del lavoro, ovvero quanto viene valutata la rinuncia al tempo libero dal lavoratore. La disutilità marginale cresce all’aumento di q (L) (lavoro più ore) e quindi aumenta anche il salario w (per questo si parla di “Crescente disutilità del lavoro”), ma in realtà il prezzo di w che la compensa è di poco più alto.
Il salario w dipende dal potere della mia disutilità marginale: più la curva OL è piatta e più bassa sarà la disabilità.

Un esempio di disabilità maggiore può essere il lavorare di notte, nel weekend o gli straordinari.
In sintesi, se aumento le ore di lavoro, il salario richiesto sarà maggiore.
L’impresa dal canto suo eguaglia il salario alla produttività del lavoratore (salario = produttività del lavoro).

In questa situazione il lavoro domandato LD è maggiore del lavoro offerto LO, quindi gli stipendi w tenderanno a crescere in questo mercato.

DISOCCUPAZIONE



Se però l’offerta di lavoro LO è maggiore della domanda LD, la differenza LO – LD = disoccupazione.
Questa è disoccupazione temporanea (squilibrio temporaneo): basta che il prezzo (salario) si aggiusti, ovvero diminuisca (viene spinto verso il basso). Volontaria perché i lavoratori/imprese non rompono il salario/utilità: Se i prezzi non scendono o i lavoratori diminuiscono la loro disutilità oppure le imprese non guardano solo alla produttività.


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